Se Roma piange, Parigi non ride

Mi spiace per i sovranisti (da una parte) ed europeisti (dall’altra parte) locali, ma gli echi delle loro disfide arrivano deboli e sfumati in Europa, rispetto ai bisbigli francesi e tedeschi che
decideranno (probabilmente) le sorti del nostro Paese. Sarò più diretto. Il Covid ha lasciato una pesante eredità di distruzione economica. E siamo solo all’inizio. Il prossimo trimestre sarà peggio. L’Istat e gli omologhi Istituti di statistica nazionale europei l’hanno già certificano nei primi numeri: PIL trimestrale italiano (sui 3 trimestri precedenti) -4,7%, quello francese -5,8%, quello spagnolo -5,2% e in attesa di quello tedesco…
Mal comune mezzo gaudio? Mica tanto. Perché per uscire dalla crisi bisognerà allora investire tanto (politica fiscale) e sostenere contemporaneamente il debito pubblico già esistente (politica monetaria). E qui la Lagarde, malcapitata Presidente della BCE nell’ora più buia dell’Europa, nel suo ruolo istituzionale di dover sostenere il debito pubblico italiano (ricordate il whathever it takes?.. che bei ricordi..) si trova come il conduttore dei tanti talk shows tv a cui la quarantena ci ha confinato, a cercare di dirimere (senza successo) la lite in diretta dei due ospiti. Da una parte l’ospite tedesco, che vuole rigore e applicazione come da statuto del MES, dall’altra parte quello francese, che invoca uno spirito comunitario di intervento, commovente quanto sospetto: basta vedere il livello che ha raggiunto (e raggiungerà) il suo debito pubblico per capire che è una battaglia di barricata, per non essere poi costretto a cedere il suo avamposto appena dopo.
In mezzo c’è il virus, ovvero il nostro debito pubblico. Speriamo che nella Babele di voci, ne arrivi presto una autorevole ed italiana a tranquillizzare i bisbigli foresti…

20200503

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