Se il Presidente perde la corona
Franco-Guerzoni-Impossibili-restauri-tecnica-mista-2011.Courtesy: Galleria Studio G7-Bologna

I giornali e i media di tutto il mondo stanno celebrando la vittoria di Joe Biden, indicato come il Presidente più “adatto” per permettere agli USA di mantenere la leadership economica e politica mondiale.

Probabilmente non si fa i conti con il convitato di pietra, che per un beffardo volere del destino, non è più spregiudicato leader politico di qualche potenza in crescita o un sanguinario terrorista che vuol sovvertire l’ordine costituito. In quelle occasioni, gli USA avevano sempre trovato soluzioni efficaci. Questa volta il nemico è invisibile e diffuso (parrebbe) in quasi tutte le regioni del mondo: si tratta di un virus che ha determinato una pandemia mondiale. E se (come tutti ci auguriamo) un vaccino debellerà presto e per sempre la diffusione di questo maledetto virus, gli effetti che in un solo anno, a livello economico e sociale ha comportato, rimarranno per anni.

Partiamo allora dagli effetti economici più evidenti a livello globale: il virus ha ancora maggiormente ampliato le diseguaglianze tra ricchi e poveri di un singolo Paese, ma anche tra singoli Paesi. Questo virus non è affatto democratico. Come conseguenza, questo virus comporterà delle reazioni aggregate (o di sistema) ancora più marcate che nel passato. L’Europa e le sue reazioni di politica monetaria e fiscale “concertate” sono un buon esempio. Ma resistere (economicamente) per l’Europa sarà sempre più difficile. La revisione dell’attuale modello di globalizzazione determinerà produzioni sempre più locali, soprattutto in settori strategici, come quello della sanità, che si allargheranno presto ad altri settori ritenuti via via strategici. Sopravviverà dunque chi avrà mercati interni di consumo molto grandi o chi troverà alleanza efficaci. La “Perfida Albione” che orgogliosamente voleva far tutto da sola con Brexit, temo che sarà l’esempio più eclatante di una scelta politica davvero infausta. Oh damn! E sperare che il nuovo Presidente americano rilanci un Piano Marshall che riavvicini le due sponde dell’Atlantico è molto romantico, ma di difficile esecuzione.

C’è invece un forte rischio che per sanare la situazione sociale americana sempre più drammatica, il Presidente USA debba rafforzare le politiche protezionistiche già sperimentate dal suo predecessore, inasprendo così le tensioni con l’Europa, ma soprattutto con la Cina, questa ultima che, invece, continua a viaggiare come se nulla fosse ed è oggi è stabilmente il primo produttore manifatturiero e agricolo al mondo. Per usare una metafora: “il re è nudo” e senza più corona (con la c minuscola). E in mezzo a un Re (o Presidente) nudo senza corona e un Principe in ascesa che se la vorrebbe mettere in testa, ci siamo noi: Italia e/o Europa dir si voglia. Preparate i pop corn (pardon, gli involtini primavera): sarà un film inedito per tutti.

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