Maurizio (Momo) Scala-Nessuno si salva da solo
Maurizio Scala, Comunità di Sant'Egidio

Con queste parole, lo scorso 27 marzo, da una Piazza San Pietro deserta e solenne, Papa Francesco ha ricordato ancora una volta ad ogni donna e uomo del nostro mondo che urge cogliere la sfida della solidarietà e che è ora di dare il via ad una vera rigenerazione delle nostre società. Ancora di più in un momento così denso di preoccupazioni e incertezze, come quello della pandemia da Coronavirus.
Nel solco di queste parole la Comunità di Sant’Egidio ha raccolto ancora una volta il testimone. Nata nel 1968 a Roma da un gruppo di studenti del liceo Virgilio, la Comunità di Sant’Egidio ha da subito posto al centro del proprio agire il Vangelo e i Poveri, promuovendo amicizia, dialogo e pace sia a livello internazionale, sia nelle periferie urbane ed esistenziali del nostro mondo, agendo sempre su base no profit. A Genova la Comunità è presente da oltre 40 anni e attualmente conta quasi 1000 volontari, attivi in maniera totalmente gratuita sul territorio. Nel corso degli anni molte sono state le situazioni di fragilità e disagio in cui ci siamo voluti impegnare: dagli anziani soli assistiti giornalmente dai volontari del progetto “Viva gli Anziani” (circa 1600 anziani seguiti regolarmente), ai senza fissa dimora visitati e sfamati dai volontari dei giri serali (da inizio anno distribuite 23.800 cene itineranti di strada), senza scordare i bambini e i ragazzi delle periferie cittadine educati alla pace e sostenuti nella scoperta e valorizzazione dei propri talenti tramite le “Scuole della Pace” (circa 500 ragazzi dai 6-15 anni seguiti nel solo comune di Genova) o le migliaia di pasti distribuiti settimanalmente tramite la mensa, che accoglie ogni sera chi ha bisogno di un pasto caldo e di un momento di incontro. È allora in questo spirito creativo e attivo che anche nella nostra città abbiamo voluto rispondere in maniera ancora più forte ai nuovi bisogni e alle nuove povertà portati dal Covid-19, non fermando mai la nostra opera di assistenza e amicizia, ma reinventandola in base alle nuove condizioni, perché nessuno venisse dimenticato. In questo senso abbiamo voluto ancora una volta provare a rigenerare la speranza di un nuovo domani nelle vite delle persone scartate e lontane dal “centro”. La speranza di un nuovo domani in cui le capacità di ognuno siano pienamente valorizzate e messe a servizio della collettività. Certo non appiattendo la nostra risposta solo sul bisogno materiale dell’oggi, ma continuando a costruire una relazione duratura e personale con ciascuno, diventando per le persone un punto di riferimento e non uno sportello a cui rivolgersi per ricevere qualcosa: persone su cui poter contare davvero nel momento di difficoltà. In tal senso anche il potenziamento di diversi servizi, come per esempio la consegna di pacchi alimentari alle famiglie in difficoltà (1.100 pacchi distribuiti nel mese di Gennaio 2020, 5.200 nel solo mese di novembre 2020) o della mensa (passata da circa 450 pasti caldi distribuiti giornalmente a gennaio 2020 ad oltre 700 nei mesi di ottobre e novembre), non si sono esauriti nella sola soddisfazione di un bisogno, ma si sono anche tradotti, citando Renzo Piano, in un’azione di rammendo delle periferie, per cui oggi in molti casi, assistiamo all’emergere del desiderio di aiutare da parte di chi è aiutato. In virtù di tutto questo continuiamo tenacemente la nostra quotidiana opera di amicizia e sostegno ad ognuno. Anche noi in questo complesso periodo ci troviamo a far fronte a diverse e a tratti nuove difficoltà, come ad esempio reperire nuove fonti di sostegno materiale o economico. Tutto questo però non ci ferma e tenacemente non perdiamo la ferma volontà di continuare a lavorare perché si possa arrivare a confondere ancora chi aiuta e chi è aiutato.

 

Svolge un percorso professionale nell’ambito del Terzo Settore, in particolare nel campo della cooperazione con progetti ed interventi rivolti ad anziani, minori e persone portatrici di handicap. Membro della Comunità di Sant’Egidio, da diversi anni a Genova è responsabile dell’area povertà estreme che cura le situazioni delle persone senza fissa dimora e delle famiglie in difficoltà economica.

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