Il momento della movimentazione e della conservazione di un bene artistico è un passaggio delicato perché si ha la responsabilità della gestione di un oggetto che rappresenta e testimonia il nostro patrimonio culturale.
Chi offre tali servizi deve essere capace di attivare un livello di efficienza e di qualità assai elevato, per portare valore aggiunto al suo lavoro ed essere in grado di confermare il ruolo attivo, e non passivo, dell’operatore; ovvero, non un semplice strumento, ma un professionista che porta soluzioni, riduce le aree critiche e sviluppa processi di massima efficacia in termini di costi, di risorse e di soluzioni. Il tutto a garanzia del mantenimento costante della fruibilità nel tempo e del valore artistico, culturale ed economico delle opere.
Sia il settore istituzionale che quello privato hanno acquisito nel tempo consapevolezza e sviluppato attività di cura e valorizzazione delle proprie collezioni, coinvolgendo aziende specializzate nei vari ambiti, necessari a una gestione attenta e responsabile, come: conservazione, logistica, assicurazione e consulenza per i servizi di stima e catalogazione.
Per ciò che riguarda l’ambito museale, si conferma, infatti, il cambiamento di approccio verso la necessità di affidare in outsourcing l’attività di deposito in ambienti con elevati standard di sicurezza e parametri conservativi controllati per le proprie collezioni, favorendo una rotazione espositiva, ma anche lo sviluppo di operazioni di archiviazione e valorizzazione dei singoli beni. La permanenza in caveau delle opere ha, inoltre, consentito ai professionisti museali di poter svolgere, in adeguati spazi operativi, con il supporto di strumentazioni tecniche e staff specializzato, attività di catalogazione, inventario, restauro, ma anche di grandi operazioni di riorganizzazione e digitalizzazione, spesso agevolate dai fondi stanziati dal PNRR.
Nell’ambito delle collezioni che appartengono a soggetti privati, possiamo attestare che la crescente consapevolezza di questi ultimi verso i temi della valorizzazione e della gestione oculata dei propri beni, insieme alle frequenti necessità di affrontare con contezza i momenti di passaggio generazionale e divisioni ereditarie, hanno dato modo ai servizi di art consulting di supportare un numero di clienti sempre più in crescita e di affrontare situazioni diversificate e articolate, che richiedono alti livelli di esperienza e competenza.
Anche le corporate collection sono diventate nel tempo tra i maggiori fruitori di servizi per l’arte e le loro necessità potrebbero crescere ulteriormente grazie a un ampliamento dei motivi che spingono l’imprenditore ad intraprendere l’attività di conoscenza e valorizzazione del proprio patrimonio; non solo da un punto di vista di identità aziendale, spesso più immediato ma non abbastanza motivante se visto in maniera isolata, ma aprendo la visione anche ad una prospettiva patrimoniale.
I progetti di valorizzazione dei patrimoni industriali o delle corporate collection nascono molto spesso da processi di quantificazione dei valori patrimoniali, motivati da ragioni di risk management, di carattere assicurativo, di carattere straordinario (come operazioni di M&A in cui i beni devono essere valutati) o da ragioni di natura bilancistica (poiché tali beni – in quanto asset aziendali – devono essere a tutti gli effetti contabilizzati in bilancio).
Anche le normative possono dare un impulso alla diffusione di questo tipo di processi, come con l’entrata in vigore, nel 2003, dei nuovi IAS – gli International Accounting Standard. Tali principi contabili hanno imposto alle aziende di mettere a bilancio i propri asset – anche quelli di natura artistica – valorizzandoli, secondo il cosiddetto fair value, che ha soppiantato il precedente criterio contabile del costo di acquisto, e che ha sostituito, soprattutto, la prassi di non contabilizzare il patrimonio artistico.
È stato questo passaggio, di natura bilancistica, molto spesso, a costituire il presupposto della nascita di tanti progetti di valorizzazione – o quanto meno di comunicazione – delle collezioni che oggi vediamo e conosciamo.
In conclusione, l’attenzione alla sicurezza, alla conservazione e alla valorizzazione devono essere concetti prioritari e condivisi con i vari interlocutori pubblici o privati, in quanto solo attraverso questa consapevolezza e con obbiettivi di lungo periodo si possono pretendere e riconoscere i giusti partner specializzati in servizi per l’arte, capaci di garantire alti livelli di qualità per la gestione e la custodia dei beni.
Laureata in Storia e Critica d’arte presso l’Università degli Studi di Milano, consegue il Master in Marketing e Management delle Imprese Sociali, Non Profit e Cooperative presso la SDA Bocconi School of Management di Milano. Dopo una parentesi professionale nell’ambito dell’editoria d’arte in Skira Editore e un’esperienza in Marketing e Comunicazione presso il FAI – Fondo Ambiente Italiano, dal 2013 opera per Art Defender, di cui diviene Responsabile dell’Ufficio Commerciale, Marketing e Comunicazione e dal 2021 membro permanente del Consiglio di Amministrazione. Dal 2024 ricopre la carica di Direttore Generale. Tiene regolarmente lezioni sui temi di conservazione, art collection management e logistica dei beni di pregio, per corsi universitari triennali e magistrali, Master di I e II livello e corsi di aggiornamento per professionisti del settore dell’arte e della gestione dei patrimoni.