Elia Napolitano-L’Arte e l’Architettura come Salvezza: Il Ruolo della Cultura nel Futuro dell’Italia
Architetto, Designer, Artista

“ La storia dell’arte deve aiutare a prendere consapevolezza storica del proprio ambiente dove si cresce e si vive. Il suo studio dovrebbe essere sviluppato con stretto riferimento alla propria città ed al patrimonio artistico locale, (in Italia ce n’è dappertutto). Mi domando si i programmi di storia dell’arte non dovrebbero partire dalla lettura obbligatoria di alcune opere…. Si badi, la civiltà del futuro non credo che comporterà una componente artistica, almeno nel senso che intendiamo noi. Ma la città, l’ambiente c’è, va difeso o mutato; è la nostra storia. L’ arte è un tipico fenomeno di civiltà urbana (tranne particolari frange espressive) : la città, lo spazio urbano, è una scala artistica che va dalle minime alle massime grandezze : dal gioiello che i passanti hanno al dito, alla forma delle automobili, alle piazze, al monumento…. L’identità città-arte dovrebbe essere la chiave per ogni studente.”

Ogni qual volta rileggo questa intervista rilasciata a “La nazione” del 1973 dal critico d’arte G.C. Argan, ritrovo in essa la modernità del suo pensiero e l’essenza di come ogni forma espressiva può concorrere allo sviluppo sociale ed economico di ogni paese. Da qualche tempo, con forza e vigore, abbiamo fatto nostro il concetto all’interno di un corso di economia presso l’Università degli Studi di Pavia e non ultimo in un Master che, proprio nel suo nome “Gestione Innovativa dell’arte”, racchiude l’essenza di questo pensiero.

L’Italia è universalmente conosciuta come la culla dell’arte e dell’architettura. Da secoli, grandi artisti e architetti hanno modellato il volto di città come Roma, Firenze, Venezia, Napoli, Bologna, Milano, ecc. trasformando il Paese in un museo a cielo aperto. Oggi, di fronte a sfide economiche, sociali e ambientali, l’arte, in tutte le sue forme, ed in particolare l’architettura, può giocare un ruolo cruciale non solo nella preservazione dell’identità culturale, ma anche nella rinascita di un paese.

Come possono l’arte e l’architettura essere strumenti concreti di sviluppo, innovazione e sostenibilità per l’Italia contemporanea? Ebbene, questa domanda, fatta più volte nell’arco di dibattiti accademici, politici e sociali, presenta diverse risposte e molteplici interpretazioni che, nonostante la complessità dell’argomento, tutte alla fine convergono sulla necessità che il nostro patrimonio artistico (nella sua interezza) è il vero volano di un nuovo rinascimento sociale ed economico.

L’arte e l’architettura storica sono già pilastri dell’economia italiana, specialmente attraverso il turismo culturale. Tuttavia, la loro valorizzazione può essere ulteriormente potenziata al fine di rafforzare il turismo sostenibile. L’arte e l’architettura possono attrarre un turismo consapevole e rispettoso dell’ambiente, capace di generare reddito senza danneggiare il patrimonio. Questa consapevolezza ed atteggiamento può stimolare l’interesse del settore privato per il restauro e la gestione dei beni culturali, può creare posti di lavoro e valorizzare zone “dimenticate”, favorendo il recupero di città e piccoli borghi. Ed è proprio a questi ultimi che va dato uno sguardo speciale, perché con l’ausilio delle nuove tecnologie, come la realtà aumentata e virtuale, possono trasformare l’esperienza dei visitatori, rendendo i piccoli musei e i siti architettonici più accessibili e attraenti per le nuove generazioni, anche se appartenenti ad un circuito meno “blasonato” ma di grande interesse culturale.

Ma, come spesso sostengo, “l’arte trascende il tempo”. Anche se il tempo è ciò che ci permette di comprendere il cambiamento e di tracciare una linea tra un “prima” e un “dopo”, l’arte, nella sua essenza, sfugge a questa categorizzazione. L’arte non è confinata dalle limitazioni temporali, ma è capace di creare connessioni tra epoche, culture e persone. La sua natura è universale e permanente, capace di risuonare in chiunque, a prescindere dal contesto storico. Il tempo cambia il contesto, ma non l’essenza del messaggio artistico. La bellezza e il significato dell’arte possono continuare a parlare attraverso i secoli, rendendola eterna.

Ecco che allora l’arte non è solo eredità del passato, ma anche strumento di rinnovamento sociale e di espressione contemporanea, attraverso la quale deve passare anche la riqualificazione urbana. Molte città italiane soffrono di degrado e abbandono urbano. L’arte contemporanea, come il muralismo e le installazioni pubbliche, può contribuire a riqualificare quartieri, rendendoli più vivibili e sicuri. Basti pensare al successo di città come Matera, Capitale Europea della Cultura 2019, o alle trasformazioni avvenute a Napoli attraverso progetti d’arte partecipativa. L’arte ha questa potenza di facilitare il dialogo interculturale e sociale. In un Paese con una crescente diversità etnica e sfide sociali, progetti artistici inclusivi possono favorire l’integrazione e la coesione tra le diverse comunità. Ed è in questa ottica che anche l’architettura può dare il suo contributo, non limitandosi alla sola conservazione dei monumenti, ma può essere una risposta ai problemi culturali, ambientali ed economici dell’Italia. Processi avviati, discussi ma mai attuati fino in fondo, come la vera promozione dell’architettura sostenibile, l’uso di materiali ecocompatibili e la riqualificazione energetica degli edifici storici possono contribuire a ridurre il consumo energetico e dare vigore alla lotta contro il cambiamento climatico. L’Italia può diventare un leader in questo campo, unendo tradizione e innovazione. La strada intrapresa dei “bonus edilizi” non è stata gestita al meglio, ma di sicuro è un’occasione da ripensare e migliorare per rilanciare un comparto fondamentale per la nostra società, basti pensare alle molte zone industriali o agricole abbandonate che possono essere trasformate in hub culturali o aree residenziali innovative attraverso progetti di architettura contemporanea che rispettino l’ambiente e la storia locale.

Un ruolo fondamentale, affinché non solo la politica guardi con interesse a questa problematica, ma anche e soprattutto l’opinione pubblica, ce l’ha la formazione. Per garantire un futuro sostenibile all’arte e all’architettura, è fondamentale investire nella formazione delle nuove generazioni. Questo può avvenire solo attraverso il potenziamento e la trasformazione del nostro sistema formativo. Le accademie di belle arti e le scuole di architettura devono essere supportate e potenziate per formare i talenti del futuro. Favorire la connessione tra mondo accademico e mondo del lavoro può creare nuove opportunità professionali e promuovere l’innovazione. Il “talento artistico” va promosso già dalle scuole primarie perché è essenziale coltivare la sensibilità culturale e creativa dei giovani, preparandoli a diventare non solo fruitori, ma anche creatori di arte.

Solo la consapevolezza e la conoscenza degli strumenti che abbiamo ci farà capire che l’arte e l’architettura, in Italia, non sono solo testimonianze del passato, ma potenti strumenti di trasformazione per il futuro. Il loro potenziale non si limita all’estetica, ma si estende alla sfera economica, sociale e ambientale. Un’Italia che investe nel proprio patrimonio artistico e architettonico, che promuove la creatività contemporanea e che adotta soluzioni innovative e sostenibili, può affrontare le sfide del presente con la forza della sua tradizione millenaria e il coraggio dell’innovazione.

L’arte può davvero salvare l’Italia, ma solo se riconosciuta e valorizzata come risorsa vitale per il suo sviluppo.

 

Designer, architetto, artista. Laurea in Architettura a Napoli, specializzazione alla Miami International University (Florida). Ha collaborato con lo studio Arpaia Associates (Greenwich); PhD in Storia dell’Architettura contemporanea con la Newark University (Delawere). Completa il percorso formativo con gli studi di Marketing e di Ingegneria Civile ed Ambientale in terra meneghina. Da anni è dirigente d’azienda e Project Manager di EB Studioarkè & Partners ed Elan Consulting (società di Architettura, Ingegneria e di consulenza aziendale). Consulente di aziende di manifatture ceramiche, di arredo e home design. Autore di pubblicazioni, articoli sull’arte di architettura, ha maturato esperienza per organizzazioni di eventi e mostre d’arte, tiene dei seminari di architettura d’arte ed è docente nel Master in Gestione innovativa dell’arte presso l’Università degli Studi di Pavia.

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