Un pareggio annunciato nella partita del Recovery Fund
Recovery fund

Si è tenuto il tanto atteso incontro tra i leader europei. Si è discusso del recovery fund da 750 miliardi (due terzi trasferimenti e un terzo prestiti) e del budget da 1.100 miliardi per i prossimi sette anni. Una partita virtuale (si era pur sempre collegati in webinar), dove netti fin da subito sono apparsi i due schieramenti: da una parte la squadra franco-tedesca-italiana-spagnola con un modulo d’attacco ispirato al mutualismo e supportato dalle dichiarazioni della commissione Europea. Dall’altra parte la compagine dei “frugali” (Danimarca, Austria, Svezia e Olanda) e in mediana la Finlandia, catenacciari ad oltranza e ispirati dal motto “qui non passa lo straniero, pardon.. l’europeo”.

In teoria, a calcio, non ci sarebbe partita, dati gli schieramenti. “Ma l’Europa ha ragioni, che la ragione non conosce” e poiché si è giocato con le regole della politica comunitaria, la partita è finita con uno scialbo 0-0, con “il ritorno”, che si disputerà “dal vivo” il prossimo mese a luglio.

Perché nessun goal? Perché sulle 4 questioni su cui si discuteva (1. le dimensioni del piano, 2. Il rapporto trasferimenti/prestiti, 3. La allocazione dei fondi per Paesi, 4. il nuovo calcolo sui contributi al bilancio UE per singolo Paese) è scattata una melina stomachevole. Da ambo i contendenti. Tutti però a ribadire che questa partita s’ha da fare e anche presto. Anche perché i fondi che verranno stanziati dipendono dalla conclusione di suddetta partita. Ad oggi, si parla (o almeno si spera) di poterli distribuire a inizio 2021. Più però la partita andrà ai tempi supplementari e più tardi questi fondi verranno stanziati. In altre parole: più tempo si perde e più dura sarà la recessione. Ma non sembra essere una gran preoccupazione dei giocatori in campo. Ancora troppo concentrati e innamorati del proprio noioso possesso palla o del proprio inespugnabile catenaccio. Non è di certo un gran spettacolo, il pubblico rumoreggia e cresce la paura, ma la politica si ostina a ricordarci che non è tenuta ad esprimere il bel gioco.. Purtroppo…

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