Prendi questa mano, Italia! (semicit.)
Liu Bolin-Fruit Juices, stampa, 2019. Courtesy: Boxart Verona

Andando a spulciare i risultati dell’asta del BTP a 10 anni sul sito del Ministero dell’economia e delle finanze (lo so, ci sarebbero passatempi più divertenti..), anche i non addetti ai lavori potrebbero arrivare a qualche considerazione interessante sul futuro del nostro Paese.

Primo: c’è tanta voglia di debito pubblico italiano ( la domanda è stata ampiamente superiore all’offerta di 4,5 miliardi di euro in collocamento).

Secondo: il rendimento dei nostri titoli di stato è in continua discesa. È un fatto negativo? Tutt’altro. oggi lo stato paga 89 centesimi per farsi sottoscrivere un debito a 10 anni, un mese fa pagava 22 centesimi in più. Siamo tornati al livello di un anno fa (manca 1 centesimo per essere pignoli), ma in mezzo c’è stato il Covid-19. E l’obiettivo è tornare ai livelli del 2016, in cui si era riusciti ad avere un costo dell’emissione a 55 centesimi.

Terzo: l’Europa non ci sta dando una mano, ma una manona. Di quelle che servono proprio per schiacciare il nostro spread a livelli bassissimi,(ora a 132 bps), evitando che salti dove non conviene che arrivi (più). Lo sta facendo attraverso un piano di acquisti dal nome un po’ politichese (PEPP), ma poco importa, meglio guardare più ai fatti che alle sigle.

Quali sono i vantaggi di questi tre punti? Innumerevoli. Soprattutto per lo Stato Italiano, che risparmia molto di più e (ci si augura) potrebbe utilizzare questo risparmio per fronteggiare meglio la emergenza pandemica in atto. Ma ci sono evidentemente dei vantaggi anche per i cittadini, favoriti (in generale) da uno spread sotto controllo.

Siamo alla fine di un anno balordo e lo Stato italiano ha in programma emissioni ancora per 40 miliardi circa. Non ci sono al momento segnali di preoccupazione e l’obiettivo potrebbe essere raggiunto senza affanno. Semmai il problema sarà quando l’Europa dovrà togliere la “manona” di sostegno, cosa che avverrà ad esempio nel 2023, con una mole di debito da rifinanziare piuttosto pesante (più di 300 miliardi).

Per allora, ce la dovremo cavare sulle nostre gambe.. O sulle nostre mani, dir si voglia..

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