Francesco Pinardi- La tempesta energetica perfetta
Amministratore Delegato Ekomobil

Ebbene si, possiamo dirlo…purtroppo: siamo nel pieno di una crisi energetica. Una tempesta energetica perfetta, che ci sta facendo perdere la rotta che a fatica stavamo cercando di riprendere dopo due anni veramente molto impegnativi. Gli osservatori più audaci si spingono a dire che la crisi energetica è solo la conseguenza più visibile di un diverso equilibrio economico e politico che ha purtroppo al centro il vecchio continente. La situazione è veramente complessa e unisce elementi di domanda ed offerta di energia (sfera economica) alla nostra voglia di “riprenderci” il tempo perduto per il COVID (sfera personale) e ancora  alla gestione del cambiamento climatico dove si sono fatti più che altro annunci senza avere piena chiarezza delle conseguenze, ma soprattutto senza alcun sottostante (sfera politica), alla situazione geo politica esplosiva in un’area del mondo che, ci piaccia o no, rappresenta la principale fonte energetica dell’Europa. Tutti i grafici e le analisi del mercato energetico fanno vedere prezzi in velocissima crescita, grande volatilità e record su record bruciati di giorno in giorno. Il tutto comincia con la crisi di domanda dovuta ai lockdown da COVID con i prezzi energetici che finiscono al tappeto, a livelli mai visti primi: tanti operatori decidono di restare “corti” e di stare “a mercato”. È una politica che premia ed ha premiato negli ultimi anni. Ma nel giro di un anno la situazione si capovolge: la ripresa, la decisione della Russia di guardare altrove per trovare clienti più interessati al Gas rispetto all’Europa e infine il la guerra, ultimo atto di una nuova idea di equilibrio mondiale non ancora chiara…o forse si. L’Europa e l’Italia in particolare dipendono dal GAS, sia come vettore energetico per i consumi finali (riscaldamento, produzione industriale, autotrazione), sia, soprattutto, come materia prima per la produzione di più di metà dell’energia elettrica consumata nel nostro paese. Al momento, e a dire il vero già da un po’, sta venendo meno la gran parte del GAS russo, quello che negli ultimi anni ha sempre alimentato il mercato e che ha sempre consentito di approvvigionare GAS a prezzi ottimi, senza dover stipulare contratti di lungo termine con volumi e prezzi definiti…insomma tutto facile e a prezzi ottimi.

Oggi, purtroppo, la situazione è ben diversa: pochi flussi in ingresso (solo quelli garantiti dai contratti di lungo), poco GAS dunque per il mercato spot, e prezzi alle stelle: quindi cosa si può fare per evitare che la tempesta perfetta scateni tutta la sua potenza? Innanzitutto, è fondamentale considerare l’aspetto temporale: dobbiamo trovare soluzioni a breve che ci permettano di “sopravvivere” e nel frattempo, una buona volta, prendere una decisione sulla rotta da tenere nel nostro viaggio energetico verso un futuro sostenibile, per noi e per il pianeta. Non solo annunciarla, ma fare le scelte necessarie e coerenti con la decisione presa. In quest’ultimo periodo si sente tutto ed il contrario di tutto: soluzioni a 20 anni (se non anche più lunghe) proposte come già pronte, commentatori che non conoscono le filiere ed il loro funzionamento e soprattutto, ognuno, propone la soluzione che non porta a nessuna rinuncia, che sia semplice, immediata, indolore. Una soluzione così (a mio avviso) non esiste, soprattutto nel pieno di una crisi energetica. Non ora. E quindi continuare a propinarla è quanto di peggio si possa fare. Adesso servono nervi saldi per gestire la crisi, l’emergenza, consapevoli che di questo si tratta. Soluzioni chiare, che evitino effetti a catena e che permettano poi di partire con le soluzioni di più ampio respiro: da definire quanto prima e da scaricare a terra.

È altresì necessario ricordare e comprendere che l’energia è un problema di tutti e quindi va risolto con il contributo e con lo sforzo di tutti e non solo a colpi di decreto. E tutto questo non sarà “gratis”. La soluzione più rapida e più efficacie è oggi il risparmio energetico: a tutti i livelli e su tutti i fronti. È fondamentale per dare respiro al sistema, per provare ad evitare il blocco totale della filiera del GAS e dell’energia. Ma non basta. Serve poi, da subito, investire su fonti energetiche che abbiamo disponibili, consapevoli però dei limiti tecnici, fisici e temporali. Pensare di sostituire tutto il GAS russo con pannelli fotovoltaici in due anni è un errore. Ci vorrà tempo, soldi, sia privati che pubblici, ma soprattutto una diversa consapevolezza che l’energia per tutti a basso costo non sarà, probabilmente, sempre disponibile nei prossimi anni e tanta capacità di fare progetti buoni, in poco tempo. Bisogna partire subito, con la determinazione di chi sa che l’obiettivo è importante e che non si può mollare, ma con la consapevolezza che non sarà un viaggio in business class e che ci saranno sacrifici e cambi di paradigma da affrontare. Ognuno di noi dovrà sempre più ragionare, a casa, al lavoro, per tutto quello che fa, in ottica di sostenibilità energetica, di autoproduzione da affiancare all’approvvigionamento tradizionale e di sostenibilità ambientale: una sfida notevole per tutti noi, ma soprattutto per le generazioni che verranno e che si confronteranno sempre più con questi problemi. Come tutte le sfide va affrontata guardando lontano, ragionando anche nel medio lungo periodo ma con la concretezza e la consapevolezza che permette di costruire nel tempo in modo solido ed efficiente.Insomma, è necessario scrivere una storia (energetica) diversa, per tanti versi, da quella degli ultimi anni, per evitare che la tempesta perfetta ci faccia naufragare.

 

Nato a Cremona in una fredda domenica di austerity (crisi petrolifera del 1973), si è laureato in ingegneria gestionale al Politecnico di Milano. Ha cominciato la propria esperienza lavorando nel campo dell’ICT e dopo una parentesi come ricercatore al Politecnico di Milano e startupper, è approdato nel “tranquillo” mondo dell’energia.

Nel 2018 ha accettato la sfida di Keropetrol e Gruppo Openlogs di esplorare il mondo della zero carbon mobility ed è entrato in Ekomobil come amministratore delegato.

Padre di tre splendide bimbe è appassionato di tecnologia, motori e nel poco tempo libero ogni sport è valido per ricaricare le batterie…meglio se in riva al mare.

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