Adda passà a nuttata (2 di 2)
Natale Addamiano-Mappe di Stelle, 2019. Courtesy: Dep Art Gallery, Milano

Ci eravamo lasciati due settimane fa con l’interrogativo che un po’ sta attanagliando tutti: “ma quanto durerà questo caro bollette?”, l’inflazione sarà un nostro sgradito ospite, come nell’ economia italiana degli anni ’80?”. Spoiler: è solo una questione di tempo, non di risultato. Qualche serie statistica ci può aiutare. Da inizio secolo ad oggi, la maggiore economia mondiale (USA) ha affrontato ben 16 periodi recessivi. Con quello che sta per sopraggiungere saranno 17. La Banca centrale americana (FED) ha mediamente impiegato dai 16 ai 24 mesi per riportare l’inflazione ad oscillare nel range desiderato (nel passato era il 3%, negli ultimi anni è il 2%). C’è un caso che ha molte analogie con il presente: nel 1974, l’inflazione arrivò al 12,3%, (ora è circa al 8,2% in USA e tra il 7% e il 10% nei Paesi leader in Europa), sospinta da una crisi energetica che fece impennare il prezzo del petrolio. In quel caso ci vollero 24 mesi per riportarla sotto controllo. Come allora, anche oggi l’inflazione da offerta si è innescata con lo shock energetico. Fine delle “buone” notizie. Ci sono tuttavia anche forti differenze con allora. 2 principali. La prima è che la tanta liquidità immessa nel sistema da generose politiche monetarie (quantitative easing) e fiscali (per fronteggiare l’epidemia da Covid) degli ultimi anni, ha gonfiato gli asset finanziari: il loro repentino calo testimonierebbe allora un riallineamento tra i valori dell’economia reale e quella finanziaria. La seconda è che l’impazzimento del prezzo del gas, soprattutto in Europa potrebbe essere mitigato solo da scelte condivise tra i vari Paesi sul price cap, ma se non si dovesse arrivare a tale accordo, la situazione è destinata a peggiorare e anche drammaticamente. Come se ne esce? Temo, almeno nel breve, male. Purtroppo, le banche centrali di riferimento (in generale) possono fare ben poco su una inflazione da shock energetico. Però sono/saranno costrette ad usare il bazooka dei tassi, per raffreddare l’economia e abbattere l’inflazione. Qualcuno sostiene che sarebbe bastato alle banche centrali saper “andare di fioretto”, l’anno scorso, alle prime avvisaglie di inflazione. E, con il senno di poi, è vero. Ma nessuno ha la macchina del tempo per tornare indietro nei tanti episodi nefasti di questo anno balordo. “Adda passà a nuttata”. Per quanto potrà essere lunga e fredda, poi arriva sempre la luce calda del sole e ricomincia un nuovo giorno.

Print Friendly, PDF & Email

CONDIVIDI

WhatsApp
Facebook
Twitter
LinkedIn
Email

LEGGI GLI ALTRI
articOLI