Permacrisis e il Mito di Prometeo
Stefano Bosis, Dreamseller, 2019. Courtesy: Federico Rui Arte Contemporanea, Milano

Permacrisis: a leggerla così, con questo suono così ruvido, già si intuisce qualcosa di insidioso. E in effetti, secondo il dizionario Collins, questa è la parola che meglio rappresenta questo anno così balordo. Il neologismo in questione è dato dalla crasi di permanent (esteso, continuo, duraturo) e “crisis (instabilità, insicurezza). La parola migliore, dunque, per riassumere in un vocabolo quanto successo negli ultimi 12 mesi: dalla guerra in Ucraina, al cambiamento climatico, dal caro bollette alla pandemia ancora in essere, dall’instabilità politica (e qui gli anglosassoni sono diventati maestri) al maltempo, dall’escalation militare all’inflazione galoppante.

Dimenticato qualcosa? Può darsi. Rincuora solo che non si vedono ancora cavallette all’orizzonte e asteroidi volanti nell’universo. Permacrisis, a voler essere pignoli, non è del tutto una novità: coniato negli agitati anni ’70, solo oggi trova sua definitiva consacrazione. Ne avremmo fatto anche a meno. Ma è risultata la migliore definizione di questo anno così difficile e ci ha messo poco a sbaragliare la concorrenza delle altre parole in lizza. Tra le altre, (ma molte si riferiscono ad avvenimenti tipicamente legati alla società britannica), ne spiccano due, che, a mio avviso, ne sentiremo presto parlare: sportwashing e Warm Bank.

La prima si riferisce alla sponsorizzazione di eventi sportivi al fine di migliorare una pessima reputazione, o distrarre la opinione pubblica da modelli culturali controversi. Ho come la sensazione che sempre più Paesi “border line” si faranno promotori della diffusione dei sani valori dello sport, organizzando competizioni a livello internazionale.

La seconda invece indica un edificio pubblico come biblioteche, o scuole, dove le persone che non possono permettersi di pagare le bollette andranno a riscaldarsi. Temo allora che il mito greco di Prometeo, per cui “la cultura è il fuoco della conoscenza, sia stato un po’ travisato.

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