Arte e cultura svolgono un ruolo fondamentale nello sviluppo sociale, contribuendo in modo determinante allo sviluppo sostenibile. Negli ultimi anni si è assistito ad una crescita nell’interesse per i fattori “ESG”, “Environmental”, “Social” e “Governance”, anche alla luce dell’evoluzione della normativa in materia di reporting non finanziario e di sostenibilità. Bilancio sostenibile, di fatto, obbligatorio dal 2024 in Europa per tutte le compagnie quotate in borsa.
Con questo obbiettivo noi di ARTE Generali insieme all’Istituto per la Ricerca sull’innovazione trasformativa (ITIR) – Università di Pavia – in collaborazione con Banca Generali e Deloitte Private, abbiamo avviato un’indagine esplorativa sulle organizzazioni che detengono beni artistici culturali o promuovono iniziative culturali come fattori determinanti per la sostenibilità.
La ricerca è ancora allo stadio iniziale e costituisce il trampolino di lancio per costruire un vero e proprio “osservatorio” con il fine di approfondire qualitativamente e portare avanti l’indagine introduttiva per capire meglio il potenziale dell’arte e dei beni culturali nell’ambito dello sviluppo sostenibile, ma anche di stimolare lo scambio di domande e risposte tra i principali players del settore in merito agli investimenti in arte e cultura come parte del bilancio sostenibile.
Lo studio intende comprendere se e come tali organizzazioni gestiscano, misurino e comunichino verso l’esterno il proprio impatto sociale. Il monitoraggio e la rendicontazione degli impatti sono infatti fattori fondamentali per incrementare il potenziale dell’arte e della cultura nella promozione dello sviluppo sostenibile, e possono supportare le organizzazioni culturali ad attrarre risorse da stakeholder, pubblici e privati, investitori e donatori.
Da questa indagine emerge che solamente il 20% delle organizzazioni intervistate pubblicano informazioni su queste attività culturali, impegnandosi in una comunicazione trasparente delle loro prestazioni. Inoltre, nonostante solo il 38% delle organizzazioni intervistate fosse a conoscenza del quadro UNESCO Cultura 2030, che consente di definire indicatori utili per comprendere come la cultura contribuisce allo sviluppo sostenibile, e solo il 7% la utilizzi effettivamente, i dati raccolti sottolineano un’importante volontà di miglioramento e la possibilità di rafforzare il ruolo dell’arte e della cultura nello sviluppo sostenibile. È interessante inoltre notare che il 74% delle organizzazioni che attualmente non misurano l’impatto sociale delle loro collezioni d’arte e dei beni culturali indica di volerlo fare in futuro.
Considerando anche i risultati dell’analisi desk e dell’indagine quantitativa, le interviste contribuiscono a suggerire l’identificazione di tre “approcci” nella gestione e nella misurazione dell’arte e dei beni culturali.
Il primo che chiamiamo “approccio basato sulla cultura“, racchiude le organizzazioni che percepiscono l’arte come trascendente e intrinsecamente creativa. Queste organizzazioni svolgono con efficienza il loro ruolo di gestione dell’arte e della cultura, misurando meticolosamente le statistiche dei visitatori a beneficio dei propri consigli di amministrazione, ritenendo tuttavia preferibile la valutazione qualitativa degli impatti generati e della governance di arte e cultura.
La seconda tipologia, “approccio orientato alle comunità locali”, si riferisce invece a quelle organizzazioni che interpretano l’arte e i beni culturali come il ponte ideale per stabilire relazioni e dialogo con il territorio, per restituire alle popolazioni locali il valore generato dall’azienda, o dare valore alle comunità locali, e per gestire relazioni strategiche con importanti stakeholder, con un approccio di “rete”. Infine, il terzo tipo, può essere definito “approccio olistico”, poiché si fonda sulla premessa di cercare di rispondere alla domanda: come possono arte e cultura, secondo più angolazioni, acquisire nuove forme di valore per massimizzare il loro impatto, diventando vere e proprie risorse strategiche che idealmente dovrebbero alimentare il vantaggio competitivo? Questo tipo di organizzazione riconosce esplicitamente l’importanza della cultura nell’agire come motore della sostenibilità economica, ambientale e sociale, affrontando sfide contemporanee come l’eliminazione della povertà, l’adattamento ai cambiamenti climatici e la garanzia di pari opportunità.
Dunque, lo studio evidenzia un potenziale significativo dell’arte e dei beni culturali per ricalibrare i modelli di governance e le competenze nel settore culturale, anche attraverso la rendicontazione, al fine di amplificare gli impatti positivi generati e contribuire più efficacemente agli SDGs. Arte e cultura non solo ispirano e coinvolgono gli individui, ma stimolano anche l’innovazione, il dialogo e lo sviluppo inclusivo.
Le dinamiche economiche e sociali non devono più essere viste come parti antagoniste: è infatti possibile generare sinergie reciproche, e la misurazione della cultura e del suo impatto sulla società possono essere concepite come strumenti per preservare le arti e la cultura per le generazioni future.
Branch Manager di ARTE Generali Italia, è laureato in Ingegneria Elettronica presso il Politecnico di Milano. Ha iniziato la sua carriera nel mondo dell’informatica per poi passare al settore assicurativo e specializzarsi nel campo dell’arte. Ha ricoperto diverse posizioni manageriali nel settore assicurativo, sia in ruoli organizzativi che tecnico-commerciali. Tiene conferenze e corsi nelle più prestigiose università italiane sul mondo delle belle arti e sulla gestione del rischio dei beni culturali. Ha una vasta conoscenza nel campo della tecnologia dell’arte, combinando le competenze assicurative con la sua formazione di ingegnere.