Il nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza richiede un cambio culturale radicale, poiché non si tratta del solito recepimento di una Direttiva Comunitaria, bensì dell’introduzione di un nuovo modo di “fare impresa”, dove la scommessa per il risanamento del tessuto imprenditoriale risulta puntata tutta sulla prevenzione. Un panorama di norme che costituiscono una sorta di accompagnamento obbligato dell’imprenditore a fare il punto della situazione sul reale andamento della propria impresa non più quando quest’ultima è già in crisi – come avveniva in passato -bensì quando possono essere ancora selezionate le misure di risanamento. L’imprenditore viene dunque costretto a prendere contezza precocemente di eventuali segnali di crisi, mediante un monitoraggio costante della gestione aziendale al fine di adottare rapidamente le misure di salvaguardia. Più precisamente, già dalla lettura dell’art. 3 del Codice della Crisi, intitolato “Adeguatezza delle misure e degli assetti in funzione della rilevazione tempestiva della crisi di impresa” si evince in modo esplicativo l’intenzione del legislatore di dettare specifiche norme sulla prevenzione della crisi, sia per l’imprenditore individuale che per l’imprenditore collettivo. In particolare, l’art. 3, primo comma, prevede che “l’imprenditore individuale debba adottare misure idonee a rilevare tempestivamente lo stato di crisi ed assumere senza indugio le iniziative necessarie a farvi fronte”; mentre, sempre l’art.3, secondo comma, prevede che “l’imprenditore collettivo debba istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato ai sensi dell’art. 2086 c.c. ai fini della tempestiva rilevazione dello stato di crisi e dell’assunzione di idonee iniziative, attivandosi senza indugio per l’adozione e l’attuazione di uno degli strumenti previsti dall’ordinamento per il superamento della crisi e il recupero della continuità aziendale”. La potenziale efficacia del nuovo Codice della Crisi d’Impresa che trae origine dalla Riforma Rordorf sarà pertanto direttamente proporzionale alla reale e leale applicazione delle idonee misure e degli adeguati assetti per la rilevazione della crisi. La mancata adesione agli adeguati assetti potrà, in ogni caso, configurare responsabilità a carico degli amministratori nei confronti dei creditori sociali. In caso di squilibrio patrimoniale o economico finanziario che rendano probabile la crisi o l’insolvenza dell’impresa e nel caso in cui ne risulti ragionevolmente perseguibile il risanamento, l’imprenditore commerciale o agricolo potrà presentare istanza per la Composizione Negoziata per la risoluzione della Crisi di Impresa. Questo nuovo strumento – introdotto dalla Legge 147/2021 e fatto confluire con il D.lgs.83/2022 (c.d. “decreto insolvency”) nel Codice della Crisi – consentirà alle imprese di attivarsi rapidamente – mediante il portale della Camera di Commercio – per comporre la propria crisi con i creditori, mediante la nomina di un Esperto Negoziatore. Il nuovo Codice introduce altresì nuove procedure per la salvaguardia della continuità aziendale. La Riforma Rordorf privilegia infatti la continuità aziendale che viene vista come filo conduttore di tutto il nuovo Codice, quale obiettivo da realizzare ogni qualvolta un’impresa possa tornare a produrre reddito in un tempo ragionevolmente contenuto; una presa d’atto che l’intercettazione precoce dei sintomi della crisi di un’impresa offre – rispetto al fallimento della stessa – maggiori opportunità di risanamento per tutta l’economia, con benefici sul piano occupazionale, della finanza pubblica e degli investimenti.
Avvocato Cassazionista del foro di Cremona, di cui è Gestore della Crisi da Sovra-indebitamento, iscritta presso il Registro dell’O.C.C., iscritta nell’Elenco dei Professionisti Delegati alle Vendite Immobiliari (è relatrice/docente di corsi di Alta Formazione in materia). Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa presso la Camera di Commercio di Milano, iscritta nell’Elenco dei Curatori Fallimentari, Commissari Giudiziali, Liquidatori del Tribunale di Cremona, si occupa prevalentemente di consulenze e procedure in materia di Crisi di Impresa. Scrive trimestralmente rubriche legali, da oltre 10 anni, in materia di Impresa e di Crisi, per il Magazine Imprese di Confartigianato Cremona, di cui è legale fiduciario esterno, da oltre 25 anni, prestando assistenza in tutte le materie legate all’Impresa, compreso il contenzioso tributario. Accreditata Expertise di Partner 24ORE nella materia di Crisi d’Impresa – Composizione e Gestione della Crisi.