La ruota quadrata non gira
Kim Dupond Holdt-Wine from Verona. Courtesy:Made4Art,Milano

Così si è espresso il Censis nell’ultimo rapporto sul nostro Paese. E la fotografia che emerge è piuttosto preoccupante ed impietosa. Gli Italiani hanno paura. La tutela del lavoro è la preoccupazione maggiore: il 53,7% dei dipendenti nelle piccole imprese teme la disoccupazione, rispetto a un più contenuto 28,6% di chi lavora nella grande industria. C’è una frattura sempre più netta tra chi ha la sicurezza del posto di lavoro e chi no: da una parte i 3,2 milioni dipendenti pubblici a cui si sommano i 16 milioni di percettori di una pensione, dall’altra parte il popolo delle partite Iva, dei commercianti, degli artigiani, dei professionisti rimasti a corto di incassi e fatturati che rappresentano quella parte di Italia che si è schiantata durante il Covid.

Ma c’è anche un gruppo di “invisibili” che si è inabissato senza far rumore e stimato in 5 milioni di persone: lavoratori in nero e i saltuari dei “lavoretti”. Ma se la fotografia attuale è drammatica, spaventa ancora di più il futuro: quasi il 40% degli italiani ritiene che anche nel post Covid, avviare un’impresa, aprire un negozio o uno studio professionale rimarrà un azzardo. Di più, Il 73,4% degli italiani indica nella paura dell’ignoto il sentimento prevalente: nel Paese dell’autoimprenditorialità e delle fabbrichette sotto casa è un segnale spaventoso.

Lo Stato diventa quindi il salvagente sociale a cui aggrapparsi: già ad ottobre l’Inps ha erogato sussidi per un quarto della popolazione con una spesa complessiva di 26 miliardi di euro, ovvero un “sussidio medio” di quasi 2.000 euro a testa. Il meccanismo rischierà di generare dipendenza, oltre che mandare il nostro debito pubblico fuori controllo, ma “privi di un Churchill a fare da guida nell’ora più buia”, (cit.) capace di essere il collante delle comunità, l’Italia si affida alle sue individualità e al suo individualismo.

Nel passato l’Italia è sempre riuscita a riemergere dai suoi momenti più bui, con l’eccezionale exploit del primo dopoguerra, il boom economico, dove il Paese è divenuto in pochi anni una potenza economica mondiale, dando origine alla generazione dei baby boomers, che ancora oggi rappresentano la quasi totalità di quel 3% di italiani adulti che detengono il 34% della ricchezza del Paese.

Speriamo di non aver smarrito in tutti questi anni la voglia di stupire e di stupirci.

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