“Se non avessi gli occhiali, anche tu saresti disabile. Devi ringraziare la nostra società che li ha inventati, altrimenti….”, fu la frase che scatenò la scintilla. Fino ad allora eravamo solo un gruppo di amici che si era distinto (nel nostro piccolo) nel contesto locale per organizzare feste e grigliate estive sullo spiaggione del fiume Po per migliaia di persone. Come si passa allora da uno spiaggione del Po e da un contesto goliardico ad un concetto innovativo di responsabilità sociale? La risposta è forse legata alle “sorprese amare” della vita: nel 2009 Mec, uno dei motori di questo fragoroso gruppo di amici, sul letto di morte ci chiese di catalizzare la nostra energia, la nostra amicizia, il nostro concetto di saper fare gruppo a favore di chi fosse meno fortunato di noi. Dopo una serie di altri progetti legati ad associazioni del territorio in cui agivamo da “business angels di emozioni”, non mettendo soldi ma passione, è nato così nel 2018 il progetto Thisability, il cui nome gioca con le parole disabilità (per assonanza) e questa abilità (traduzione letterale dall’inglese). Thisability è un progetto che vuole valorizzare “queste abilità”, ai più forse nascoste, ma ben visibili da occhi attenti, abilità ad esempio di un gruppo di una ventina ragazzi caratterizzati da sindrome di Down o con tratti afferenti ai disturbi generalizzati dello sviluppo, ma ad alto funzionamento (autismo). E così dai matrimoni alle cene di gala di Rotary e Lions, dall’area Hospitality della società Cremonese calcio e della Vanoli Basket (realtà sportive di punta a livello nazionale), agli aperitivi nella movida cittadina, ogni volta che si incontra un grembiule amaranto ci siamo noi. Perché dietro ogni grembiule amaranto, c’è un ragazzo Thisability che, in mezzo alla gente che vive e si diverte (è questa la vera differenza), fa capire che il suo sorriso è più affascinante ed inclusivo rispetto a chiunque altro. Ed è anche bravo, forse più bravo di chi, seduto sulla sua normalità, non mette la stessa passione e precisione. Abbiamo ricevuto attestati di stima, onorificenze cittadine, alcuni telegiornali e giornali nazionali hanno parlato della nostra iniziativa e in Gianluca Vialli abbiamo trovato un alfiere del nostro sentire, gratificandoci di indossare il nostro grembiule amaranto, definendoci “un’idea geniale” in una cena di sensibilizzazione nella piazza principale della nostra città e davanti a centinaia di persone. Ma vorremmo che fosse solo un inizio. Abbiamo l’ambizione di valorizzare le abilità dei nostri ragazzi negli eventi più importanti della città, nella modalità più allargata e di pura di inclusione. La pandemia non ci ha aiutato, ma ci ha “costretto” a pensare nuove sfide. E così è nato il progetto dei progetti. Grazie alla Corporate Social Responsability di una realtà aziendale del territorio che ha coperto i costi di start up, abbiamo aperto uno shop nel pieno centro storico di Cremona. Vendiamo il merchandising ufficiale della Cremonese, orgogliosa di associare i colori della squadra del cuore del territorio ad un progetto così nobile. Nei primi due mesi di negozio, abbiamo superato ogni aspettativa: c’è sempre la coda in strada, clienti che vogliono entrare, tifosi che vogliono esser serviti dai commessi Thisability, ex giocatori che entrano e spiegano ai nostri ragazzi le gesta immortalate nelle foto esposte in negozio. Un crogiolo di incontri e sentimenti, che sta arricchendo di passione il nostro centro cittadino. E speriamo (e faremo di tutto) perché progetti simili possano attecchire e crescere anche in altre città: il nostro sogno è vedere in tutti gli store calcistici delle squadre di Serie A e Serie B una declinazione del nostro concetto di “inclusione”. Mi appello allora a chiunque volesse approfondire l’argomento: serve passione e visione, non per forza capitali. Trovate persone fidate, che hanno il fuoco dentro, e cominciate a sognare con loro. È meno difficile di quanto si possa immaginare, basta un po’ di coordinazione, processi educativi chiari e condivisi e tanto tanto cuore…
Cremonese doc, ha costruito la sua carriera tenendo al centro il suo territorio, la sua famiglia, i suoi affetti. Nel corso degli oltre vent’anni ha assunto crescenti ruoli di responsabilità in istituti di credito internazionali, da ultimo Head of International Department di Credit Agricole Italia. La centralità del territorio, durante il COVID, lo ha portato a riflettere su cosa poter fare per la sua città, che soffriva per morti quotidiane ed una crisi economica imprevedibile. Ha scelto così di mettersi in gioco e di condividere le sue conoscenze e relazioni con gli imprenditori del suo territorio nativo. Ed è così nata Nexus Ac Finance, in partnership con Nexus Stp, un prestigioso studio di professionisti locali. Se il pil del tessuto padano avrà un sussulto anche solo infinitesimale, Alessandro avrà raggiunto la sua missione, e sarà un uomo ancor più felice. Non saprà mai se è stata la scelta giusta, ma certamente non avrà rimpianti.