Gennaio 2025

Il mondo G-Zero che ci attende

Nel ricco panorama di studi di geoeconomia e di geopolitica che ogni anno vengono redatti per illustrarci le incognite e opportunità del nuovo anno, ce ne è uno che ritengo sempre foriero di spunti particolarmente brillanti, ed è quello della società Eurasia group.

E così, secondo il loro parere, il 2025 sarebbe l’anno del caos geopolitico crescente, che presto o tardi dovrebbe avere ripercussioni anche economiche, sebbene, almeno a livello militare, i conflitti attualmente in corso, dovrebbero via via stemperarsi.

Partiamo da qui, che forse è la notizia migliore: il conflitto russo-ucraino ha ormai stremato le forze in campo e un accordo sembra ormai e finalmente inevitabile tra due contendenti entrambi sconfitti.

In Medio Oriente rimarrà alto il livello di tensione, ma l’Iran sembrerebbe aver perso per strada molti alleati (Hamas, Hezbollah e Siria) e dovrebbe, di conseguenza, limitare il suo ardore, come pure Israele sembrerebbe ormai aver raggiunto grande parte dei suoi obiettivi e la tregua è ormai prossima.

Anche la Cina sembrerebbe troppo distratta dai suoi tanti problemi interni per immaginare un azzardo su Taiwan. La visione è dunque incoraggiante, eppure il quadro geopolitico è previsto in netto deterioramento. Perché? Perché il mondo, in questo contesto storico, ha una evidente carenza di leadership. Il rischio più grande del 2025 è il consolidamento di un mondo “G-Zero”, caratterizzato dall’assenza di una leadership globale capace di gestire le sfide comuni. Il mondo del G7 si è dimostrato ormai vetusto, con due nazioni leader come Francia e Germania scosse da problemi interni e che non riescono più ad avere velleità internazionali, mentre quello del G20 non è di fatto mai decollato. Anche il modello di mondo “G2”, tra le due superpotenze USA e Cina sembra naufragato: il tentativo di integrazione del dragone cinese a livello politico (nel WTO) si è trasformato ben presto in guerra commerciale.

Il combinato della politica trumpiana “dell’America First” nel 2025 (con tutto il suo carico di dazi) e il tentativo della Cina di riscattare l’economia domestica potrebbe comportare una esportazione di “disruption” (disordine, debolezza) per tutti gli altri attori economici, creando un corto circuito sulla stabilità dell’economia mondiale e accelerando i fenomeni di frammentazione geopolitica.

Il rischio di un dollaro forte potrebbe poi costringere le altre economie a rialzare i tassi per difendere le proprie valute, mentre sul terreno del commercio, “politiche trumponomics” potrebbero o dovrebbero aumentare l’inflazione e rallentare la crescita, scatenando ritorsioni, tra cui, quella più evidente, potrebbe essere quella cinese di una sovracapacità produttiva, che causerebbe dumping selvaggio.

Un quadro non certo incoraggiante. L’unico conforto, almeno per noi italiani, è che il BelPaese sembrerebbe aver acquisito negli ultimi anni una patente di stabilità a livello internazionale. Peccato che non ci aiuti, data la frammentazione in atto, a trarne un minimo vantaggio diplomatico. Per dirla nello slang giovanile: “mai una gioia”…

Federico Vasoli: Legge araldica e internazionalizzazione, un connubio inaspettato

Nel panorama giuridico internazionale, il diritto araldico, nobiliare e dinastico rappresenta un ambito affascinante e spesso poco noto. Questa branca del diritto si occupa della regolamentazione degli stemmi, dei titoli nobiliari, degli ordini cavallereschi e religiosi e delle successioni dinastiche. Le sue origini risalgono al Medioevo, quando gli stemmi venivano utilizzati per identificare i cavalieri in battaglia e le famiglie titolari di diritti e doveri su una terra e verso altri soggetti. Nel mondo di oggi, il diritto araldico continua a giocare un ruolo significativo in molti paesi, non solo le monarchie, influenzando aspetti della vita sociale, culturale e, sorprendentemente, anche economica. L’investimento in giurisdizioni estere può offrire opportunità uniche, non solo dal punto di vista economico, ma anche in termini di status sociale e riconoscimenti dinastici. Questo fenomeno si manifesta in diversi paesi, ciascuno con le proprie peculiarità.

Ci sono in tal senso due casi d grandi interesse, il primo è quello di Antigua e Barbuda, Paese caraibico, che offre un programma di cittadinanza tramite investimento che include indirettamente la possibilità di ottenere uno stemma araldico, in quanto il Paese è un Commonwealth Realm, il cui Capo di Stato è attualmente Re Carlo III e dunque il cittadino ne diventa suddito. Questo privilegio, tradizionalmente riservato alla nobiltà, diventa accessibile attraverso un percorso ben preciso e normato, supervisionato dal College of Arms di Londra, che conferisce un riconoscimento ufficiale e un legame tangibile con la storia e la tradizione del Commonwealth britannico.

La cittadinanza antiguana è un utile strumento di diversificazione del rischio e degli invesimenti: esclusa Malta, Paese membro dell’Unione Europea, il cui programma di cittadinanza tramite investimento è in fase di graduale eliminazione, il programma di cittadinanza per investimento di Antigua e Barbuda rappresenta l’opzione migliore, tra quelle disponibili.

Regolamentato da una legge apposita del 2014, successivamente modificata nel 2016, 2020 e 2024, il programma si distingue per la sua efficienza e le diverse opzioni di investimento.

Il processo è relativamente rapido, dato che richiede da tre a cinque mesi per la maggior parte delle domande. Il governo conduce un’approfondita due diligence su tutti i richiedenti, allo scopo di evitare di garantire la cittadinanza a soggetti con carichi pendenti o comunque non meritevoli.

Gli istanti la cui domanda è accettata sono tenuti a prestare giuramento di fedeltà a Sua Maestà Re Carlo III d’Inghilterra, un passaggio formale che può essere effettuato presso una missione diplomatica o in loco. Per completare il processo di naturalizzazione, è necessario trascorrere almeno cinque giorni ad Antigua e Barbuda nei primi cinque anni dall’ottenimento del passaporto.

Il programma si distingue per la sua flessibilità nell’inclusione di familiari dipendenti, consentendo a un’ampia gamma di parenti di beneficiare della cittadinanza, cosa assai utile per tematiche di protezione patrimoniale.

Un vantaggio significativo è l’accesso alle International Business Companies (IBC) di Antigua, che godono di esenzione fiscale sui redditi non generati nel paese.

Un altro caso interessante è sicuramente quello della Repubblica della Georgia: un Paese di recente costituzione, che, dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica, di cui faceva parte, mantiene un profondo legame con la sua storia reale. La Famiglia Reale di Georgia, sebbene non regnante, gode infatti ancora di ampio rispetto e riconoscimento ufficiale. In specifici casi, individui che si sono distinti in maniera eccellente in alcuni ambiti imprenditoriali, caritatevoli, sportivi o artistici, possono adire tramite una motivata petizione alcune Case Reali e Ordini Cavallereschi, tra cui si distingue, il prestigioso ed esclusivo Ordine dell’Acquila di Georgia, che ha tra i Cavalieri e Dame insigniti, per esempio la Regina Elisabetta II, il Primo Ministro Giapponese Yukio Hatoyama e il Principe Emanuele Filiberto (Gran Collare), e di recente Giacomo Merello, Lord Leslie (Gran Croce).

La Georgia offre vantaggi fiscali significativi per individui e aziende. Il programma di residenza fiscale permette l’esenzione da tassazione per redditi generati all’estero. Per le aziende, le Zone Economiche Speciali offrono una tassazione sugli utili netti allo 0%, con una tassa del 5% solo sui dividendi estratti.

Le Zone Economiche Speciali della Georgia offrono anche l’accesso a licenze finanziarie innovative, come la licenza VASP (Virtual Assets Service Provider), particolarmente rilevante nel settore delle criptovalute.

Sia Antigua e Barbuda sia la Georgia offrono, seppur con approcci distinti, opportunità uniche per coloro che cercano non solo vantaggi economici, fiscali e di libertà di movimento e investimento, ma anche un riconoscimento di status e un legame con la storia e la tradizione. Entrambi gli ordinamenti consentono la possibilità di accedere a una forma di nobilitazione o di distinzione sociale attraverso percorsi definiti, che si tratti di un investimento economico o di meriti riconosciuti, seppur con modalità differenti: Antigua e Barbuda propone un percorso formale, legato al sistema del Commonwealth e supervisionato dal College of Arms, offrendo prima la cittadinanza e, indirettamente e subordinatamente, la possibilità di ottenere uno stemma araldico; la Georgia, invece, si radica in una storia millenaria e offre l’accesso a ordini cavallereschi, con un forte richiamo alla tradizione e al riconoscimento di meriti individuali. Entrambe le opzioni, quindi, rappresentano valide alternative per chi desidera coniugare vantaggi tangibili e immateriali, scegliendo quella che meglio si adatta alle proprie aspirazioni e al proprio profilo.

 

Avvocato, opera in molteplici ordinamenti e culture. Lavora in Vietnam, a Malta e a Singapore. È managing partner dello studio di consulenza legale e tributaria dMTV Global (www.dmtvglobal.com), con uffici a Singapore, Malta e Vietnam, dopo avere lavorato in studi legali a Pechino, Bruxelles, Barcellona e Milano. È stato socio dello studio legale de Masi Taddei Vasoli, di Milano, del quale ha curato l’apertura in Vietnam nel 2007. Da oltre vent’anni assiste i propri clienti principalmente su contratti nazionali e internazionali e diritto societario, investimenti diretti esteri, asset protection, immigrazione, trust, questioni fiscali internazionali, in una molteplicità di settori, tra cui manifatturiero, cosmetico, moda, enogastronomia, fintech, intelligenza artificiale, digital marketing. Ha fondato ed è CEO della Antevorta Foundation (www.antevortafoundation.com). È vicepresidente per il triennio 2023-2026 dell’Italian Chamber of Commerce in Vietnam (ICHAM, facente parte di Assocamerestero). È stato vicepresidente dell’Associazione Giovani Avvocati di Milano (AGAM), riveste svariate posizioni in consigli direttivi, anche di organizzazioni no-profit, ed è general counsel indipendente di spin-off di Harvard Medical School e MIT Sloan Alumni. Docente NIBI, relatore, tra l’altro, al MIP – Politecnico di Milano, alla National Economic University di Hanoi e mentore di studenti MBA all’Università Cattolica di Milano e autore di pubblicazioni giuridiche e di business. È socio di Finance Malta, della Malta Chamber of Commerce, del Malta Business Network, della Italian Chamber of Commerce in Vietnam (ICHAM), della Camera di Commercio Italia-Vietnam (CCIV), della Vietnam Private Business Association, della Singapore Chamber of Commerce in Vietnam, della Italian Chamber of Commerce in Singapore (ICCS) e di EuroCham in Vietnam. Ha fatto parte della delegazione del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria al G20 Young Entrepreneurs’ Alliance. Laureato all’Università Bocconi di Milano, ha frequentato corsi post-laurea all’Università di Vienna, all’ISPI di Milano, all’Università di Strasburgo, all’ESADE di Barcellona, all’IFSP di Malta e all’Università di Edimburgo.