Pesa più un chilo di evasione o uno di cattiva gestione?
Paolo De Cuarto, Everybody needs hug, tecnica mista. Courtesy: Matteo Bellenghi Modern and Contemporary Art.

È da sempre il mantra di ogni forza politica che si affaccia alla ribalta: sconfiggeremo la evasione fiscale! E negli ultimi anni si è cercato una spettacolarizzazione dello slogan, assumendo pose plastiche su balconi o comunicazioni in diretta streaming. La fedeltà fiscale dunque come panacea di tutti i mali: basterebbe dire basta all’economia sommersa e il nostro Paese tornerebbe leader a livello mondiale.

Ma temo che questo sia pura mitologia. La realtà infatti è un po’ più complessa. Partiamo da qualche dato (stimato dal Ministero delle finanze): la evasione fiscale peserebbe circa 110 miliardi all’anno (IRPEF, IVA, IRES, IRAP.. c’è tutto un mondo di evasione). E’ tanto? Si, tantissimo. Il nostro PIL (dato ufficiale 2019) è di 1,8 trilioni di euro circa. L’evasione fiscale annua sarebbe dunque il 6% del nostro fatturato ufficiale. (Ma altri uffici studi stimano molto di più). Di certo servirebbe un balcone grande per urlare tutto il nostro sdegno!

Un recente studio della Cgia ha tuttavia stimato anche l’impatto delle inefficienze della nostra pubblica amministrazione: disservizi che gravano sul nostro tessuto produttivo o sul semplice cittadino. Anche qui si va dai debiti commerciali con la pubblica amministrazione, alla lentezza della giustizia civile, dal deficit infrastrutture, alla corruzione (soprattutto nella sanità) o alla ricchezza detenuta in paradisi fiscali… Bene, anzi male.. l’impatto economico stimato da Cgia sarebbe di circa 200 miliardi di euro, dunque più del doppio dell’evasione fiscale. Caspita, qui più che un balcone, servirebbe un terrazzo per sfogare tutta la nostra rabbia!

E il grosso problema che la classe politica (forse) non capisce è che la somma di tutti questi sprechi di spesa pubblica non ci consente di abbassare la nostra pressione fiscale. Più tieni alte le tasse e maggiormente qualcuno cercherà di trovare soluzioni “fai da te”. Un circolo vizioso insomma. Lo capirebbe anche un bambino.

O tempora! O Mores!” Esclamava Cicerone duemila anni fa per denunciare il malaffare dei costumi di allora.

Da allora sembra che non sia cambiato molto. O forse, sarebbe bastato (allora) annunciarlo da un balcone abbastanza grande per convincere da subito e spontaneamente il popolo ad assumere comportamenti più virtuosi. Chissà..

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