Riccardo Motta – I riflessi del Covid sul sistema Bancario
Il COVID-19 rappresenta nel mondo dell’economia il così detto “cigno nero”, ovvero, un evento raro ad elevato impatto economico-sociale. Questi eventi fuori standard trovano spesso gli operatori stessi impreparati e costretti a ricorrere ad espedienti tattici (i più reattivi) o misure graduali wait and see (i più attendisti).
Le Banche di tutti i Paesi colpiti dalla pandemia stanno sostenendo i propri clienti con iniezioni di liquidità e agevolazioni sul credito, favorite dall’attività delle Banche Centrali e dei Governi, nonché da una base di capitale regolamentare in media più elevata rispetto alle precedenti crisi. Gli Istituti si sono trovati a dover garantire la continuità del business, seppur dovendo ridurre l’operatività delle filiali, e spostandola su canali self e call center, ricorrendo allo smart working dei dipendenti e la messa in opera di nuovi processi per contrastare le frodi informatiche. La gestione dell’emergenza è solo un aspetto che non può tuttavia trascurare le conseguenze, e anche le opportunità, degli impatti del COVID-19 nel medio e lungo periodo. Nonostante i “cigni neri” costituiscano infatti eventi rari, le maggiori crisi del XXI secolo scorso hanno comportato una generale accelerazione nell’adozione di nuove tecnologie e diffusione di trend digitali, ( quella dell’11.09 con la diffusione massiva di Internet e del Mobile, quella del 2007/08 con l’affermarsi dei Social Media quali strumenti di informazione e interessi della collettività). Ad ogni frattura, il mondo economico e sociale ha risposto trovando una forma nuova per ricostruire un’identità, anche attraverso l’uso della tecnologia. In un’Italia con una maturità digitale ancora in ritardo, stiamo assistendo ad un forte incremento nel commercio elettronico e gli effetti di questa pandemia sui comportamenti di consumo si estenderanno anche al contesto bancario. La pandemia sta agendo da catalizzatore ed acceleratore dei progetti di trasformazione digitale e tecnologica. In uno scenario più ostile agli assembramenti e al contatto ravvicinato, le Banche dovranno riconfigurare il modello distributivo fisico, incentivando la clientela ad un utilizzo più esteso dei canali digitali, potenziati e, in alcuni casi anche ripensati, al fine di garantire stessi livelli di servizio anche per i neo-utenti meno digitali. Ma la rivoluzione non escluderà nemmeno i Wealth Manager, che più di altri basano il modello di business su relazione con i propri clienti. La sfida sarà quella di trovare risposte credibili in grado di trasformare le paure e le incertezze dei clienti in occasioni di investimento e protezione. Ne beneficeranno gli operatori che sapranno riconquistare la fiducia degli investitori con soluzioni rivolte al benessere (non solo finanziario) della famiglia e dell’attività economica. La trasformazione dei modelli di servizio dovrà muoversi congiuntamente all’evoluzione dell’organizzazione del lavoro, proseguendo il percorso di digitalizzazione già in atto. Lo “smart working” è un’opportunità concreta per tutti (maggiore flessibilità per i dipendenti, efficientamento degli spazi, impatto positivo su mobilità e inquinamento), se accompagnato a un cambiamento culturale : la necessità di convertire il profilo dei dipendenti e agevolarli nella acquisizione delle competenze digitali.
Servirà trasformare l’assetto organizzativo tradizionale verso modelli di collaborazione agile e meccanismi di coordinamento meno gerarchici e più funzionali, in un contesto in cui le connessioni digitali superano i confini delle mura degli uffici. Gli investimenti in innovazione e tecnologia saranno al centro delle strategie aziendali dei prossimi 3-5 anni, integrando nuove professionalità digitali ai più alti livelli aziendali. Le situazioni di crisi estrema, pur nella loro drammaticità, devono anche essere viste come momenti di riflessione manageriale e come opportunità per creare organizzazioni bancarie ancora più flessibili, più resilienti, più veloci nel realizzare i cambiamenti in atto. Mettendo sempre al centro la fiducia e i bisogni dei clienti. Che, alla fine, rappresentano il maggior valore per le banche.
Riccardo Motta, Senior Partner Deloitte
Email: rmotta@deloitte.it
Biografia
Financial Market Industry Leader di Deloitte Central Mediterranean.
È partner audit dal 1998, Dottore Commercialista e Revisore Legale dei Conti in Italia.
Ha assunto il ruolo di revisore per numerosi istituti bancari in Italia ed è attualmente revisore del Gruppo UniCredit e del Gruppo Cassa Depositi e Presiti
Esperto di IFRS/IAS, ha una solida esperienza in incarichi di due diligence nell’ambito delle acquisizioni, in particolare per l’Europa Centro-Orientale.
É spesso chiamato come esperto da numerosi tribunali italiani per stilare pareri, fairness opinions e valutazioni su molte operazioni di finanza straordinaria.
Vive e lavora a Milano.